GROTTA DELLA DRAGONARA
Scavata nella roccia tufacea del promontorio di Capo Miseno, questa cisterna nonostante la semplicità architettonica della struttura è per dimensioni più grande anche della “Piscina Mirabilis”. Essa è a pianta quadrangolare, articolata in cinque navate coperte da volte a botte sostenute da dodici pilastri e dotata di fodera muraria in “opus reticulatum” rivestita di “cocciopesto” al fine di garantire l’impermeabilità.
La cisterna, originariamente accessibile tramite tre grandi aperture ricavate nella volta, veniva approvvigionata tramite una sorgente in loco ma anche da acqua piovana che veniva raccolta in vasche ubicate superiormente e successivamente convogliate nella cisterna.
Questa cisterna con molta probabilità integrava il sistema idrico della flotta romana già servita dalla “Piscina Mirabilis” anche se alcuni studiosi hanno ipotizzato che essa soddisfacesse le esigenze idriche di una grande villa marittima, tipologia tipica dell’area in epoca romana. Infatti, sono numerosi i resti che testimoniano la presenza di questa costruzione, attribuita a Lucullo (Villa di Lucullo), sia sulla collina soprastante la grotta che sulla spiaggia, nonché sommerse sul tratto di mare prospiciente.
La cisterna fu utilizzata anche nel Medioevo, quando ancora era alimentata dalla sorgente di acqua dolce e pare sia stata adoperata anche dai corsari saraceni. L’attuale ingresso alla grotta è dalla spiaggia di Miseno.
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